Di Sanzo: sanità per italiani all’estero, una vittoria solo a metà

«La scorsa settimana, in Commissione Affari Sociali sono state discusse le proposte di legge per l’accesso al servizio sanitario da parte degli italiani residenti all’estero. Purtroppo, molte norme della mia proposta non sono state recepite dal Governo» – ha dichiarato Christian Di Sanzo, deputato eletto all’estero per il Nord e Centro America.

Alla Camera sono state presentate due proposte: quella del Partito Democratico dell’on. Christian Di Sanzo e quella di Fratelli d’Italia dell’on. Andrea Di Giuseppe, alle quali si è poi aggiunta quella dell’on. Onori (Azione), che ricalca la proposta di Di Sanzo. Le proposte sono state abbinate in Commissione, con un esame congiunto. Se approvate, permetterebbero agli italiani residenti all’estero di accedere alle cure del Servizio Sanitario Nazionale a fronte del pagamento di un contributo.

Nel dicembre 2023, la Camera aveva già approvato all’unanimità l’ordine del giorno di Di Sanzo, che impegnava il Governo a istituire un meccanismo per consentire agli iscritti AIRE l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale. «Si tratta di un principio importante che, grazie alla mia azione, ha ricevuto per la prima volta attenzione da tutto il Parlamento. Da lì è iniziato un percorso che ci ha portato a esaminare le proposte di legge» – ha spiegato Di Sanzo.

In Commissione sono stati votati tutti gli emendamenti al testo base, e ora si attende il voto finale per l’invio della proposta all’Aula. L’on. Di Sanzo aveva proposto vari emendamenti migliorativi, in linea con la sua proposta originaria: contributo proporzionale al reddito, esenzioni per i pensionati che percepiscono pensioni italiane già tassate in Italia, esenzioni per studenti, e la possibilità di pagare una cifra ridotta per ottenere solo il medico di base. «Purtroppo, la maggioranza ha bocciato tutti i miei emendamenti: sia per il contributo proporzionale al reddito, sia per le esenzioni rivolte ai pensionati con pensioni tassate in Italia e agli studenti universitari, di master e di dottorato» – ha evidenziato l’on. Christian Di Sanzo. «Anche una proposta che prevedeva l’accesso al solo medico di base per 80 euro l’anno, una cifra che avrebbe garantito un servizio a costo zero per lo Stato, è stata bocciata».

La maggioranza, su indicazione del Ministero delle Finanze e del Ministero della Salute, ha fissato il contributo in una cifra fissa per tutti: 2000 euro l’anno. Non solo: è stata aggiunta una clausola particolarmente penalizzante, secondo cui se una persona si iscrive e paga i 2000 euro l’anno, ma poi si disiscrive dal servizio e, anni dopo, vuole iscriversi nuovamente, dovrà versare i 2000 euro per ciascun anno in cui non è risultata iscritta, maggiorati degli interessi. «Con queste condizioni, è davvero difficile che ci sia un’adozione reale del servizio. Così si incentiva l’uso solo nei casi più gravi e costosi».

L’iter per l’approvazione finale è ancora lungo: al momento si è concluso solo l’esame degli emendamenti. Ora il testo deve ricevere i pareri delle altre Commissioni e, successivamente, sarà votato in Commissione Affari Sociali per l’approvazione finale. Dopo questo passaggio, sarà inviato alla Camera dei Deputati per la discussione e l’approvazione, dopodiché dovrà passare al Senato.

«È importante che si stia affrontando questo tema, perché si sta cercando di creare un diritto che oggi non esiste per gli iscritti AIRE. Sicuramente, durante la discussione alla Camera riproporremo i nostri emendamenti e chiederemo l’eliminazione del pagamento degli arretrati, così da consentire l’iscrizione su base annuale. Spero che i Ministeri ci ascoltino, anche se ora gli spazi per una modifica sono davvero ridotti».

L’articolo Di Sanzo: sanità per italiani all’estero, una vittoria solo a metà proviene da IlNewyorkese.

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